Nata a Torino nel 1931, Valeria Ciotti fin da bambina dimostra spiccate capacità nel disegno e nell’impostazione dei colori. Si diploma al Liceo Artistico della città e si iscrive al Corso di Scultura di Umberto Baglioni dell’Accademia “Albertina” di Belle Arti che, completa nel 1952. Il docente la vorrebbe come assistente in Accademia, ma opposizioni familiari le impediscano di accettare il desiderato incarico e proseguire nella disciplina scultorea che con tanto successo aveva iniziato come studente. Nel successivo decennio, Valeria si dedica all’insegnamento dl educazione artistica nelle scuole medie, che manterrà fino al pensionamento, e alla progettazione e al disegno di ambienti d’antiquariato presso il più noto atelier di Torino. Ma un interiore richiamo inderogabile le fa riprendere l’attività artistica, che però iniziò con la pittura nel 1965, dapprima autonomamente poi frequentando il corso di Enrico Paulucci, dal 1967 al 1971, nuovamente in Accademia Albertina. Vennero pertanto le prime mostre collettive (sei dal ’67 al ’71, ottenendo numerosi premi) e la prima personale nel 1972 alla Stamperia del Borgo del Valentino di Torino, con presentazione di Albino Galvano. Il rilevante successo le fu di stimolo per intensificare il lavoro esposto in numerose collettive e personali in Italia - a Torino (Galleria Torre, il Corti laccio, Studio Laboratorio), a Bra (La Gibigianna), ad Albisola Marina (Eleutheros), a Milano (Eustachi, Il Mercante), ad Asti (Palazzo della Provincia), a Genova (Due Emme) - e all’estero. La profonda preparazione e la grande versatilità espressiva le permisero di intraprendere esperienze con altre tecniche, in particolare l’acquerello, nel quale dissolse tutta la sua delicatezza d’animo, e l’incisione, nella quale - sotto la guida dell’ormai amico Mario Calandri - espresse tutto il suo sapere tecnico e il suo virtuosismo. Valeria Ciotti si spegne prematuramente nel 1995 e viene tumulata a Morciano di Romagna, terra di origine dei genitori e dalla quale ricevette la forza, dinamicità nonché delicatezza del suo carattere. Tornava ogni anno a trascorrere un mese estivo a Riccione, in quel sole e mare adorati, ispiratori della luce e della poesia dei suoi dipinti. La sua attività viene documentata da una estesa monografia con annesso catalogo (Renaissence, 2004, 348 pagine, oltre 600 fotografie). È stata ricordata con numerose mostre delle sue opere, ad iniziare con l’ampia retrospettiva ‘Anima Mundi’ del 2006-2007, presso la Società Promotrice delle Belle Arti in Torino. Si sono succedute numerose altre esposizioni, fra le quali ci piace ricordare le personali del 2013: Ca’ La Gironda, Zola Pedrosa (Bologna), dal 27 gennaio al 9 febbraio; Tribuna Dantesca della Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze, dal 14 marzo al 16 aprile. (Referente: Angelo Ciotti)